mercoledì 14 dicembre 2011

Queen Anne's Resurrection - Viaggio V Gli Abissi e il Kraken- 1° parte



Introduzione
di Alessandro Manzetti

La Queen Anne's Resurrection è finalmente tornata dal suo ultimo viaggio, uno dei più oscuri e sanguinosi, come testimonia il tema Gli Abissi e il Kraken che è stato scelto come doppio filo conduttore delle storie che avremo occasione di leggere. Il carico è anche stavolta molto prezioso, sette autori per sette racconti inediti e tematici, sintetizzati da una tentacolare illustrazione realizzata da Daniele Serra. L'equipaggio del Viaggio V è dunque ricco e assai scaltro: Allyson Bird, Scott Nicholson, Tim Waggoner, Danilo Arona, Alberto Custerlina, Paolo di Orazio, Daniele Serra e Daniele Bonfanti, e poi ci sono come al solito anch'io, per prendermi cura del timone di questa nave nera, che a volte si trasforma in un grande serpente e morde. (continua su Il Posto Nero)

lunedì 17 ottobre 2011

Nocturnia: TRA KUBRICK E LOVECRAFT: INTERVISTA A FEDERICO GRE...

Nocturnia: TRA KUBRICK E LOVECRAFT: INTERVISTA A FEDERICO GRE...: In seguito al mio post su ROAD TO L. sono entrato in contatto con Federico Greco. Romano, classe 1969, Greco ha accettato di buon gr...

Cul de sac - il nuovo libro di Alberto Custerlina


Dal 20 settembre in tutte le librerie.



A Trieste, leggere la pagina della cronaca nera è noioso quanto fare la fila alle poste. Ci penserà Ljudmila Horvat, killer croata e fervente cattolica, a movimentare la sonnolenta città spazzata da una bora gelida. In compagnia di un ex poliziotto croato-bosniaco, la donna dovrà impedire che un oligarca russo riesca a portare a termine il suo piano criminoso: mettere in piedi un traffico illecito di uranio dal Congo verso l’Iran. A complicare la situazione entra in gioco Zeno Weber, ex-mercenario triestino che, suo malgrado, si troverà coinvolto negli eventi.
Con Cul-de-sac Alberto Custerlina sposta il mirino sul confine occidentale dei Balcani, mettendo in scena tre storie intrecciate che, in una escalation di avvenimenti, trascineranno i protagonisti in un abisso senza fondo... (leggi)

Appena finito di leggere: vivamente consigliato!

giovedì 29 settembre 2011

Qualche "segreto" dei 101

La settimana scorsa ho partecipato a una commemorazione. La persona che non c'è più e della quale i suoi amici hanno voluto e vogliono tenere vivo il ricordo si chiama Luciano Comida. Comida in questa dimensione era uno scrittore, un giornalista, un appassionato di musica e molte cose, immagino. Io non lo conoscevo, me l'avevano solo presentato anni fa (amici in comune), ma non ci siamo mai frequentati.
Però, nella pubblicazione che quella sera della scorsa settimana veniva distribuita ai partecipanti e che raccoglie qualche ricordo scritto dai suoi amici (a loro volta scrittori e giornalisti) ho trovato alcune cose sue che fanno parte dei "101 segreti che ho imparato lottando contro il tumore". Qualcuno di questi segreti lo voglio scrivere qui:

Guardare nel proprio abisso, consapevoli che dentro di noi ci sono lati oscuri e insidiosi. Non nasconderlo sotto il tappeto né negarne l’esistenza.
Ringraziare senza esitazione.
E’ meno grave che se fosse peggio. E dunque (oltre un certo limite) piangersi addosso è inutile e controproducente.
Costruirsi quotidiane oasi di serenità/piacere/rilassamento: sono aiuti nei momenti difficili.
Ridere di se stessi.
Signore, dammi la forza di cambiare le cose che posso cambiare. Signore, dammi la serenità di accettare le cose che non posso cambiare. E soprattutto, Signore, dammi la saggezza di distinguere tra esse.
Dire “ho sbagliato, è colpa mia…”. Non esitare mai ad ammettere le proprie colpe e responsabilità. Non esitare né davanti agli altri né davanti a noi stessi.
Non scherzare col fuoco dell’attrazione sessuale: il miglior modo per non tradire è non fare nemmeno il primo passo.
L’amore è una pianta che va nutrita accudita bagnata protetta coccolata ogni giorno e ogni giorno.
Una parola alla volta (disse Stephen King a chi gli chiese come fa a scrivere libri così lunghi). Lo stesso è per noi, in ogni cosa che facciamo.
Mezzi e fini non devono essere separati: i mezzi ci dicono moltissimo sui fini.
Il comportamento a specchio: spesso ci trattano come noi li trattiamo. O comunque abbiamo fatto il possibile.
Cucinare senza ricetta è piacevole, una continua scoperta sensoriale.

mercoledì 14 settembre 2011

Ancora sull'11/09

"Senza titolo" dell'amico Ugo Pierri
Preferisco ricordare i morti con la poesia e la pittura piuttosto che attraverso squallide parate di governo.
Ma se le due torri erano bottiglie di coca cola, le persone che ci stavano dentro non erano bollicine.

martedì 13 settembre 2011

Good news

La prima: "Crimini contro l'umanità. Un'associazione di persone molestate dai religiosi ha depositato alla Corte penale internazionale dell'Aja un ricorso in cui accusa il Pontefice e tre alti esponenti del Vaticano di crimini contro l'umanità per la copertura dei reati commessi da prelati contro i minori." (La Repubblica)

La seconda: "Ustica, ministeri condannati. 100 milioni a favore dei familiari. Risarcimento record per i parenti delle 81 vittime della strage del Dc9 del 1980. Condannati Difesa e Trasporti, colpevoli di "omissioni, negligenze e depistaggi". (leggi altro su La Repubblica)

lunedì 5 settembre 2011

Tempi Imperfetti




Baby Gelido - Tempi imperfetti

Registrato da Daniele e Stefano Mastronuzzi

Mixing and masterization: Davide Massussi - Moscow Recording Studio
Art: Paolo Cervi Kervischer
Graphic Project: Gianni Palcich
Poets: Furio Pillan/Matteo Danieli/Christian Sinicco/Lisa Deiuri

Contents:
1/4. 2T or 2L - (Furio Pillan/Matteo Danieli)
   5. Forzo il reale (Giordano Floreancig)
   6. F.Universale (Baby Gelido + Michela Grilli - voce)
   7. Il rumore ci sveglia (Christian Sinicco)
   8. La Pietà di G. Ungaretti (Lisa Deiuri + Silvia Valentini - voce lirica)
   9. Il torsolo (Christian Sinicco)
10. Il torsolo-alt (Moscow remix)

giovedì 11 agosto 2011

Le rune

Quando non so cosa fare, come risolvere un problema, quale direzione prendere, agisco così: prima faccio l'analisi della situazione e preparo una spiegazione razionale (ma non traggo conseguenze, cioè non provo a individuare la "soluzione" con la testa); poi immetto un elemento irrazionale, per esempio qualche cosa di magico e apparentemente inutile ai fini della soluzione. Questo perchè l'elemento irrazionale mi aiuta a sentire con la "pancia".

Ora sono in questa fase. La prossima fase sarà la nascita della soluzione.


JERA annuncia la fine di un ciclo o di una tappa. Come l'uva che matura lentamente, i benefici di questa runa non sono immediati. Ma la vendemmia sarà ricca. Gli sforzi verranno ricompensati. Un nuovo inizio si profila all'orizzonte.

JERA ti farà incontrare la persona giusta al momento giusto. Soprattutto, tieni gli occhi ben aperti: non sarà per forza l'uomo più elegante della serata, o la ragazza più intelligente dell'ufficio, l'incontro determinante! Sappi guardare al di là delle apparenze e individuare coloro che ti vogliono veramente bene. E ricorda: la benevolenza e la generosità verso il prossimo sono magneti potenti per attirare a te le persone giuste.

Il tuo colore: il giallo. Come il sole e alcuni frutti.
Il tuo albero: la vigna. Quella che dà il nettare più delizioso, se sappiamo occuparcene.
Il consiglio: Hai una fortuna sfacciata e attiri a te le persone che hanno energie positive. Approfittane: metti in pratica i tuoi progetti, ripensa ai tuoi desideri irrealizzati, è il momento di tirarli fuori!

martedì 12 luglio 2011

The Doors of perception are out of time

Domenica sera sulla diga di Grado (GO) ho avuto l'enorme piacere di sentir suonare dal vivo, dopo 20 anni di ascolto da vari supporti (vinili, cassette, CD...), Ray Manzarek e Robby Krieger. Insieme a loro, la voce di colui che gli amici hanno ribattezzato "il clone" (di Jim Morrison, s'intende), al secolo Mr. Dave Brock. Brock ha un timbro vocale molto simile a quello del Re Lucertola e svolge egregiamente il suo compito, ma l'intensità e la carica sensuale (che rendono la voce originale e perciò tipica di ogni persona), ovviamente non giungono così in profondità.
Alle spalle della band, immagini evocative di certa psichedelia o, ed erano quelle che ho preferito, spezzoni cinematografici e brevi flash "di quando eravamo giovani e c'era anche Jim".
Un gran bel concerto, coinvolgente e divertente per tutti, non solo per noi quarantenni, perchè i due superstiti sanno il fatto loro, perchè l'esecuzione è stata a tratti prossima al sublime, specialmente in alcuni dialoghi fra tastiere e chitarra, perchè come ha detto un giornalista locale: "Adrenalina pura sin già dalle prime note e in tutti (molti trentenni tra il pubblico) c’è la consapevolezza che questi, ai loro tempi, fossero almeno 30 anni avanti."

martedì 28 giugno 2011

Eden

Eden, la danza di un mondo perfetto

Eden si, il tuo sguardo dice ti aspetto
Oggi che,ogni gesto ritrova il suo senso
Poi Eden, un passo sui bordi del tempo
Eden, il riscatto il sogno protetto
Eden, la luce di un giorno perfetto
E se alla fine riusciremo a credere
Nelle nostre promesse
Avremo pace, le risposte incognite
Da sempre le stesse
Per diventare adulti come nuovi Dei,
Di un vecchio universo.
Per imparare ad affrontare il tempo noi,
In un mondo diverso
E dare un domicilio alle distanze e poi,
In un giorno perfetto
Eden sala danze domenica aperto.
Eden, il tuo passo che non è più incerto.
Eden, un rifugio alla fine di tutto.
Eden, la certezza che piega il sospetto.
Quando alla fine riusciremo a credere,
Nelle nostre promesse-
Avremo pace, le risposte incognite
pur sempre le stesse,
per dare un domicilio alle distanze e a noi
e un giorno perfetto
Avremo spiagge disegnate e morbide
Da un soffio del tempo
Tramonti ed albe ad aspettare in soffici
mattine d’argento.
Tra le foreste giocheremo a perderci senza piu orientamento
Tra le tempeste insieme per proteggerci
cullati dal vento
Quando alla fine riusciremo a credere
Nelle nostre promesse
Quando alla fine riusciremo a credere
Nelle nostre promesse
Quando alla fine riusciremo a credere
Nelle nostre promesse
Quando alla fine riusciremo a credere
Nelle nostre promesse

(Subsonica)

mercoledì 15 giugno 2011

L'anniversario



"..eravamo stesi tra i rododendri sul promontorio di Howth con quel suo vestito di tweedl grigio e la paglietta / il giorno che gli feci fare la dichiarazione / sì prima gli passai in bocca quel pezzetto di biscotti all'anice / e era un anno bisestile come ora sì 16 anni fa / Dio mio dopo quel bacio così lungo non avevo più fiato / sì disse che ero un fior di montagna / sì siamo tutti fiori / allora un corpo di donna / sì è stata una delle poche cose giuste che ha detto in vita sua / e il sole splende per te oggi / sì perciò mi piacque / sì perché vidi che capiva o almeno sentiva cos'è una donna / e io sapevo che me lo sarei rigirato come volevo / e gli detti quanto più piacere potevo per portarlo a quel punto / finché non mi chiese di dir di sì / e io dapprincipio non volevo rispondere / guardavo solo in giro il cielo e il mare / pensavo a tante cose che lui non sapeva / di Mulveyl e Mr Stanhope e Hester e papà e il vecchio capitano Groves / e i marinai che giocavano al piattello e alla cavallina come dicevan loro sul molo / e la sentinella davanti alla casa del governatore con quella cosa attorno all'elmetto bianco / povero diavolo mezzo arrostito / e le ragazze spagnole che ridevano nei loro scialli / e quei pettini alti / e le aste la mattina i Greci e gli ebrei e gli Arabi e il diavolo chi sa altro da tutte le parti d'Europa / e Duke street e il mercato del pollame / un gran pigolio davanti a Larby Sharonl / e i poveri ciuchini che inciampavano mezzi addormentati / e gli uomini avvolti nei loro mantelli / addormentati all'ombra sugli scalini / e le grandi ruote dei carri dei tori / e il vecchio castello vecchio di mill'anni / sì e quei bei Mori tutti in bianco / e turbanti come re / che ti chiedevano di metterti a sedere in quei loro buchi di botteghe / e Ronda con le vecchie finestre delle posadas / fulgidi occhi celava l'inferriata / perché il suo amante baciasse le sbarre / e le gargotte mezzo aperte la notte / e le nacchere / e la notte che perdemmo il battello ad Algesiras / il sereno che faceva il suo giro con la sua lampada / e Oh quel pauroso torrente laggiù in fondo / Oh e il mare / il mare qualche volta cremisi come il fuoco / e gli splendidi tramonti / e i fichi nei giardini dell'Alameda / sì e tutte quelle stradine curiose / e le case rosa e azzurre e gialle / e i roseti e i gelsomini e i geranii e i cactus / e Gibilterra da ragazza dov'ero un Fior di montagna / sì quando mi misi la rosa nei capelli / come facevano le ragazze andaluse / o ne porterò una rossa / sì / e come mi baciò sotto il muro moresco / e io pensavo be' lui ne vale un altro / e poi gli chiesi con gli occhi di chiedere ancora / sì allora mi chiese se io volevo / sì dire di sì / mio fior di montagna / e per prima cosa gli misi le braccia intorno / sì e me lo tirai addosso / in modo che mi potesse sentire il petto tutto profumato / sì e il suo cuore batteva come impazzito / e sì dissi / sì voglio / sì."

Molly Bloom, Ulysses, J.Joyce

martedì 10 maggio 2011

La polena



Sono nel mare del naufragio volontario
E incognita è la rotta per il nuovo mondo
Finis terrae che scava nel profondo
da lontananze immemori le danze
delle onde e il sale,
lo scafo scricchiolante, il male
di un’aperta solitudine in cui l’occhio
come relitto affonda
“Solo mare capitano…”
nulla, da giorni e giorni e notti liquide
come pensieri e nitide
com’erano i miei occhi.
Avevo gli occhi azzurri,
me lo ricordo ora
ora che sono grigi e non mutano colore
non cambiano più
al salire del vento
ma una volta, sì, una volta i miei capelli
erano lunghi e biondi
scendevano come luce tra le vele
me lo ricordo bene, ora…
Avevo una mente sveglia e voglia di viaggiare
Amavo la forma delle cose, senza necessità morale
Ero leggera e forte, di quella forza giovane
Aggressiva, spinta in avanti a battere le onde,
A farti scudo, marinaio, dalla mala sorte
I demoni marini non turbavano il tuo sonno
E libera da sirene era la tua veglia,
ma ora, marinaio, il legno è consumato
nel verde di altri mari affonda la tua chiglia
nei quali cerchi quella che solo io son stata
ti resta tra le mani un guscio di conchiglia.